Per gli ultimi tre giorni, il primo weekend di novembre, scatta la corsa per vedere l’ultimo sito da visitare, l’ultima cripta da scoprire, l’ultimo castello normanno balzato fuori come per gioco, l’ultima cupola su cui arrampicarsi e da lassù abbracciare le città. Il festival de Le Vie dei Tesori apre e narra i siti culturali ci saluta da venerdì primo a domenica 3 novembre .
Ricordiamo come funziona: si entra nei luoghi grazie ai coupon che si acquistano all’ingresso stesso dei luoghi oppure online sul sito del Festival (clicca su “acquista coupon”). Per molti siti monumentali basta andare sul posto senza prenotazione, per alcuni serve la prenotazione on line, con la possibilità di andare sul posto nel caso non i turni non siano esauriti.
A Palermo si va dal secondo percorso dentro l’aeroporto di Boccadifalco (se volete affacciarvi dalla torre di controllo) alla medievale camera dello scirocco di Villa Naselli alle assolutamente inaspettate sorgenti del Gabriele (solo domenica), dalla Casina Cinese dove si aprono anche i cunicoli di collegamento alle antiche cucine (oggi Museo Pitré, in corso di restauro), ai depositi segreti della Galleria d’arte moderna; dagli uffici della Dia al Grand hotel Piazza Borsa alla palazzina dei Quattro Pizzi sulle tracce di Vincenzo Florio, dal museo anice Tutone dove si recupera la famosa acqua e zammù a Palazzo Branciforte restaurato da Gae Aulenti.
Domenica tornano le visite guidate nei siti istituzionali che partecipano alle “Domeniche al museo”: al Museo archeologico Salinas domenica alle 11 la visita è condotta dalla stessa direttrice, Caterina Greco che promette di ripetere il successo del primo weekend, quando il suo racconto è andato sold out.
Ma è anche disponibile – ed è una sorpresa di questa ultima tranche – una bellissima visita fuori porta all’area archeologica di Monte Iato dove attende i visitatori del festival la direttrice Francesca Spatafora. Tra gli altri siti dove Le Vie dei Tesori farà visite guidate in questa ultima domenica, ci sono il palazzo arabo-normanno della Zisa, il Castello a Mare con le sue mille storie di rinascita, la Cuba, la chiesa e il chiostro di San Giovanni degli Eremiti, e il Museo di arte contemporanea RISO, tutti dalle 10 alle 17,30. E soltanto domenica (e su prenotazione) quel gioiello sontuoso che è Palazzo Mirto.
Tra gli altri cento siti sono aperti eccezionalmente la biblioteca Bombace (solo venerdì, ultima possibilità di visita), nell’ex collegio Massimo dei Gesuiti che nasconde un milione di volumi e antichi codici, ma anche un bunker della guerra (che si visita con un coupon a parte).
E un palazzo neoclassico che pochi conoscono: l’ex provveditorato alle opere pubbliche che ha aperto le porte per la prima volta proprio per il festival: notate le due statue all’esterno, la Meccanica e l’Ingegneria del De Lisi. Ma anche la terrazza da cui sembra di toccare il Teatro Massimo.
La cinquecentesca chiesa di San Francesco di Paola (apre solo domenica), recentemente restaurata, sarà felice di mostrare il suo interno gotico catalano colmo di affreschi e stucchi. Del tutto diversa, austera, medievale, è invece la Magione di cui non bisogna dimenticare l’antico chiostro, unico rimasto dell’originario monastero. Aperto a Pallavicino il Giardino della Concordia, dove a ogni pianta corrisponde un nome, una data, una targa, aperte le due sedi della Missione di Biagio Conte. E la mattina di domenica correte a Villa De Cordova dove scoprirete un esotico “salone cinese”.
Andiamo per torri: da Sant’Antonio Abate da cui si scopre quanto sia ancora formicolante la Vucciria, alla trecentesca San Nicolò di Bari da dove si domina l’Albergheria alla cupola del Santissimo Salvatore che invece si apre sul Cassaro ma scopre anche tutti i tetti del centro storico. Se invece volete affacciarvi sul mare, raggiungete Porta Felice e capirete che l’asse verso Porta Nuova, è veramente un tracciato perfetto. Pochi passi ed eccovi al Loggiato San Bartolomeo: è una finestra aperta sulla Cala, e il sito è stato recuperato di recente con l’aiuto dei privati.
E visto che di votazione qui si parla: come ogni anno il festival chiede direttamente al suo pubblico di scegliere il bene (i beni) da restaurare, e questa volta i restauri saranno sostenuti da Lottomatica Holding. È stata quindi avviata la votazione on line che consentirà di restaurare tre beni presenti nei luoghi che hanno partecipato a quest’ultima edizione.
Tre tesori da scegliere fra sei candidati, si vota sul sito e a Palermo concorrono le due imponenti sfingi settecentesche in pietra di Billiemi, all’entrata del Gymnasium dell’Orto Botanico, e l’antichissima porta conservata nei magazzini della Soprintendenza, che gli storici ritengono chiudesse Porta di Castro oppure uno degli accessi del Castello a mare.
Torniamo a questo ultimo weekend: saranno disponibili i cinque siti dell’Itinerario contemporaneo: case-studio dove gli artisti vivono e lavorano che sono aperti anche di sera (scopri di più).
Non sono da perdere le passeggiate: sabato e domenica si percorreranno le antiche strade dei mercanti, si scopriranno le mille vite della Palermo romana, normanna e spagnola; dalle ingegnose torri d’acqua ai segreti di Villa Giulia, fino alle tappe fuori città al castello di Carini, oltre alle consuete gite nel verde da Monte Pellegrino a San Martino, fino ai lecci e sugheri nascosti di Ficuzza.
Restando in città, non perdete le ultime possibilità per visitare i laboratori dei pupari, da quello di Mimmo Cuticchio nei vicoli del Massimo a quello di Salvo Bumbello nel cuore del Papireto. Tra le esperienze, sono poche quelle non esaurite: restano poche possibilità per fare un giro a cavallo nelle scuderie settecentesche del principe di Cottone. E siccome le richieste erano tantissime, è stata aggiunta in corsa un terzo tour in notturna all’Orto Botanico (sabato alle 20,30) .
Le ultime due visite teatralizzate sono sabato: alle 17,30, Stefania Blandeburgo vestirà il costume succinto di un’autentica cortigiana settecentesca nella cripta delle Repentite; e Pietro Massaro sarà l’oste della taverna di Sant’Antonino, che appare nel convento del quartiere raccontando la sua vicenda personale e intrecciandola a quella di alluvioni, terremoti, feste, usi e cibi. Tutto da prenotare su www.leviedeitesori.