Giovanni Brusca è libero. Ieri pomeriggio Brusca, boss di San Giuseppe Jato, prima fedelissimo di Totò Riina e poi collaboratore di giustizia, è uscito dal carcere per fine pena. Brusca ha lasciato Rebibbia dopo 25 anni, con 45 giorni di anticipo rispetto alla scadenza della condanna.
Mi hanno colpito molto le parole di Maria Falcone, sorella di Giovanni: “Umanamente è una notizia che mi addolora, ma questa è la legge, una legge che peraltro ha voluto mio fratello e quindi va rispettata. Mi auguro solo che magistratura e forze dell’ordine vigilino con estrema attenzione in modo da scongiurare il pericolo che torni a delinquere, visto che stiamo parlando di un soggetto che ha avuto un percorso di collaborazione con la giustizia assai tortuoso”.
Parole di grande lucidità, che denotano l’enormità morale di Maria Falcone.
Gli altri familiari delle tante vittime del macellaio Brusca hanno reagito meno serenamente, e in tutta onestà li capisco. Giuridicamente ha ragione Maria Falcone, umanamente è tutt’altra storia. Ed io, come immagino tanti tra voi, su questa vicenda non riesco ad essere distaccato.