RACCONTI NOSTALGICI DI UN FREDDO FEBBRAIO
ROSARIO TRALONGO! NON SOLO IL MIO ANTICO ALLENATORE DI CALCIO!
UN EDUCATORE ED UN GUERRIERO CHE MI HA INSEGNATO TANTO!
Rosario Tralongo è il mio ex allenatore di calcio giovanile ficarazzese ed educatore. Quanti ricordi ed aneddoti di un tempo passato, oramai morto, ma facilmente richiamato dalla memoria e che il cuore non ha mai cancellato! Certe emozioni come si possono raccontare? Il “Martinetto” o ex camposanto tante volte raccontato da “Sivori” Giuseppe Morreale con le tante generazioni di giovani hanno visto pure il sottoscritto. Cosi con Rosario siamo insieme ancora in un freddo pomeriggio di febbraio! La tazza di caffè bollente dell’America Bar è addolcita dai ricordi! Correvano gli anni 70, credo il 1973/74, uno dei tanti febbraio rigidi che a Ficarazzi ci facevano mettere il bavero al collo e talora sbattere i piedi per terra dal freddo! Aspettavamo, dopo pranzo e dal ritorno da scuola, l’apertura della sede del Movimento Sociale Italiano, appena di fronte il Bar Italia. Il compianto Gino Lanza “u russu” apriva i locali e ciascuno prendeva la sua sedia in paglia; il tempo di accendere la T.V. in bianco e nero e spuntavano le immagini dello Stadio dei Pini di Viareggio: Il Torneo di calcio giovanile di Carnevale o Trofeo di Viareggio. Tutte le squadre giovanili e giocatori che, successivamente, rivedrò nelle figurine Panini, con le squadre dell’allora est europeo, tra queste la fortissima Dukla Praga sempre vincitrice in quegli anni. Con Rosario non guardavamo solo le partite in differita di serie A o B; cosi le gare dei freddi meriggi di febbraio duravano quasi tutto il mese e non perdevamo una partita, soprattutto quelle del suo Milan. Sono ancora affezionato al mio ex allenatore “Allievi” e lui mi ha sempre voluto bene! Me lo ha sempre dimostrato allorquando io giovanissimo con la gioventù ficarazzese, in occasione di elezioni politiche e della venuta a Ficarazzi dell’onorevole Giorgio Almirante, ero più piccolo e insieme con “colla e cartelloni appizzati ai muri” per stare con quelli più grandi, l’amico Giuseppe Leonforte e “senza capirne niente” vivevo la politica ficarazzese. Giunse a sorpresa ed in tarda serata mio padre, con la cinghia dei pantaloni levata, davanti ai ragazzi più grandi di me testè disse “Franco vieni qui!” Io per dimostrare che avessi coraggio dissi replicai testè “picchi tu un po vieniri””. Il resto lo potete immaginare, mio padre disse subito si e mi venne incontro con intenzioni che potete immaginare! Io mi detti a gambe levate scappando. Non vi dico la scena a casa, quando mi apri la porta dissi la stessa cosa ma questa volta fini come potete immaginare: “cinghiate al culo” e tumpuluna a non finire”” Al Bar Italia l’indomani il mio coraggio e l’audacia fecero comunque ridere tutti a crepapelle e Rosario ..piangeva dal ridere.. A Rosario sono affezionato ancora! Il foglio A4 scritto con la vecchia ed amata macchina da scrivere Olivetti, davanti al Bar Italia, recava i convocati “Allievi calcio” coi nomi: Bona Aggiato Angileri; Lo Cascio, Menna Manna Sgroi; D’Alba; Monti; Pollara, Cinisi… Bellomo; Comparetto! La gioia era indescrivibile! A Rosario va il merito e la mia stima, in quegli anni felici, di avermi regalato sempre “emozioni” e tanta, tanta, fiducia! Un posto in squadra, categoria allievi partendo dalla panchina lo trovavo sempre! In quell’Audax Ficarazzi ricordo la maglia rossa fiammante, ho fatto “il gregario” a Sciara con la neve al compianto Franco Pollara; il terzino sino, addirittura, a giocare qualche volta centravanti/ala in situazioni di giuoco di emergenza! Ho voluto ricordare quei tempi e certe emozioni ti rimangono dentro. In tutti noi è conservata la luce o le tracce di chi ci è stato caro e non c’è più, tra questi, l’amato e amico Franco Pollara. Abbiamo sempre dentro di noi le cose perdute del tempo e la memoria che il cuore non potranno mai cancellare. Oggi davanti ad un caffe bollente tutto è venuto prepotentemente alla luce e ci siamo commossi con Rosario! Tutto rimane dentro di noi e, anche se morto nel tempo passato, rimane vivo e indelebile come quei indimenticabili momenti adolescenziali. Il riconoscimento a Rosario, il “mio mister” sono le emozioni che mi ha regalato, i suoi austeri insegnamenti di calcio; di vita anche gli sfottò mi hanno aiutato a sdrammatizzare le vicende umane. Oggi, grazie a lui, non se ne rende ancora conto, mi ha insegnato tanto e provo ad esser un discreto educatore di giovani nel volley, la mia grande passione. Grazie “mister” e maestro di Vita Rosario! A te e ad altri che non ci sono più, a ciò che è morto e resta vivo e dentro di me: la gratitudine!
Franco Comparetto