…Notizie dal Giro d’Italia 2023…
…17^Tappa Pergine Valsugana-Caorle km 197…
…Fiorelli e le volate mancate…
…dopo Monte Bondone si scende al mare per Caorle, il Veneto bianco, una tappa relax prima di salire per le 3 Cime di Lavaredo e Cima Coppi e la cronoscalata di Monte Lussai e allora via con la solita fuga, in 4 prendono il largo, Quaterman, Laysen, Sevilla e Champion. La loro fuga di circa 180 km e che mai supera i tre minuti dura fino alle porte di Caorle dove vengono risucchiati dal gruppo compatto, dopo aver attraversato per Treviso, Rosa, scendere sfiorando Venezia e Jesolo. Lungo il rettilineo che accarezza la bella spiaggia di Caorle solita bagarre tra i velocisti, le strade larghe si restringono, le curve e le rotonde si susseguono, i ventagli tardano ad aprirsi, i trenini perdono vagoni, in parecchi sfrecciano da soli, troppi i ritiri, si faa spallate per guadagnare o mantenere la posizione, il gruppo si allunga e si riunisce come una fisarmonica, Zana tira per Matthews, Ackerman solitario battezza la ruota di Cavendish, Sbaragli per Oldani, Puccio per Thomas, Pasqualon Dumbar e Dainese in scia Stewart, il nostro Fiorelli con i suoi compagni dalle maglie verdi cercano spazi ma le maglie si chiudono, nell’ultima curva restano dietro a Sanchez, Milan dà la carica ai mille metri, il serpentone ormai è rotto, Filippo tenta con la forza della disperazione di rientrare ma ormai davanti a lui una barriera di bici, agili pedalate, sterzate azzardate, qualche zigzag, lo sprint è al fotofinish, la spunta Dainese su Milan e Matthews, 4°Bonifazio, 5° Consonni, a seguire Gaviria, Pasqualon, Kirsch e Oldani, Ackermann chiude il plotone dei 10 e noi ci domandiamo, abituati a vedere sfrecciare in queste volate d’altri tempi, il nostro Fiorelli dov’è? Sfilano prima di lui i suoi compagni, lui è nel gruppo sfilacciato, con i big che nemmeno hanno tentato la volata, sembra essersi fermato a due passi da quel drappello che si sbracciava con intensità come a Salerno e il timore di ripetere quel finale incosciamente avrà preso forma, ma cari amici sportivi e appassionati tifosi del nostro Filippo si può non considerare anche il fattore umano in questo giovani, gregari, velocisti, ragazzi che vivono un’avventura di strada, uomini che pedalano per l’Italia che scorre sotto le loro ruote e Filippo è uno di loro, inseguito da sogni mai sognato che corre per quelle strade in sella a quei cavalli di titanio con passione, stupendo per coraggio, generosità e impegno, incredulo ad ogni partenza,si stropiccia gli occhi e si chiede “ma dove sono?” guardando le nuvole che corrono nel vento verso quelle montagne alte e dure e poi giù per discese ardite dentro la balena che scivola veloce verso la verde pianura, sotto l’asfalto bagnato che si dipinge d’argento, bruciano le ferite, ma pedala col pensiero lontano, non cerca gloria, ma con ostinazione fatica con dolore, soffrendo con i raggi della bici che sembrano pugnali, i pedali s’induriscono, la strada davanti alle ruote diventa un muro, ma non perde il sorriso, la bici come mezzo di rivincita, di riscatto, di piacere per stupire il suo popolo che non lo abbandona mai, regalando quel sorriso a chi non può salire più su quella bici che lo ha spinto a pedalare, a prendere il suo posto.E attraversa mare e monti, fiumi e ponti, giardini e boschi, valli e piante, campi di grano macchiati di papaveri e taglia città e paesi i, piazze e vie della bella Italia, in mezzo al gruppo e, in coda o nel mucchio selvaggio, lottando contro giganti, lui David circondato da tanti Golia, scusate cari amici sportivi e tifosi ma io a Filippo Fiorelli lo racconto così, il nostro ragazzo arrivato dal nulla tra campioni belgi e francesi, freddi inglesi e glaciali nordici, smaliziati slavi, caparbi spagnoli e simpatici latini, lui siculo delle terre calde del sud con la sua faccia da monello punteggiata da efelidi probabilmente non vincerà mai il Giro ma già esserci per lui è una vittoria e anche per tutti noi…