ALFANO VS VERDINI – Salvo ripensamenti dell’ultimo minuto – i termini per la presentazione delle liste scadranno alle 20 di lunedì – i tre non saranno della partita. E non ci dovrebbero essere neppure Landolfi e Papa mentre sarebbe ancora in forse Milanese. Sembra dunque avere la meglio il segretario Angelino Alfano, da tempo impegnato in un’operazione pulizia all’interno del partito, sul coordinatore Dennis Verdini, più propenso a non cedere ai mal di pancia giustizialisti di una parte degli elettori di centrodestra, particolarmente sensibili a certi temi rilanciati quasi ogni giorno anche da Beppe Grillo e Antonio Ingroia. Sarebbero stati alcuni sondaggi, in particolare, a convincere Berlusconi della necessità di un repulisti: liste infarcite di personaggi coinvolti in vicende giudiziarie di vario genere potrebbero disaffezionare una quota significativa dell’elettorato, soprattutto dopo la scelta di campo fatta dal Pd che ha deciso di rinunciare a mettere in lista candidati con carichi ancora pendenti. Non fare altrettanto significherebbe prestare il fianco a duri attacchi in campagna elettorale a cui non si avrebbero sufficienti argomenti per ribattere, salvo il richiamo ai principi del garantismo, poco efficaci sulla massa.
I SONDAGGI – Senza liste ripulite, secondo i sondaggi di Alessandra Ghisleri forniti nelle ultime ore al Cavaliere, ci sarebbero forti ripercussioni in Campania, ma soprattutto in Lombardia, regione chiave per gli equilibri del Senato. Insomma, sarebbero più i voti persi con le candidature sotto accusa che quelli del loro bacino di preferenze. Di diverso avviso, secondo quanto riferito dalle agenzie di stampa che hanno raccolto le indiscrezioni degli ambienti vicini al vertice Pdl, sarebbe Denis Verdini che avrebbe sottolineato come in Campania il risultato al Senato sia in bilico e come i voti di Cosentino potrebbero risultare determinanti. Cosentino, dal canto suo, sarebbe tutt’altro che propenso a farsi da parte, forte del ruolo di coordinatore campano, e non sarebbe disponibile ad accettare la candidatura di ripiego in una lista «amica» diversa da quella pidiellina.
LE ALTRE CANDIDATURE – Intanto, nodo indagati a parte, filtrano le prime indiscrezioni sulla composizione delle liste. Renato Schifano sarà capolista per il Senato in Sicilia, mentre Angelino Alfano dovrebbe guidare la lista per la Camera (con Antonio Martino). Per Alfano possibile anche la guida della lista nel Lazio, dove invece rischia l’esclusione l’ex An Barbara Saltamartini – riferiscono alcune fonti interne – «per la sua simpatia nei confronti di Monti». Polemiche interne, invece, per la possibile presenza di Francesco Battistoni, succeduto a Franco Fiorito come capogruppo alla Regione, come numero 4 nella lista Lazio 2. Chiede spazio anche Mariarosaria Rossi, fedelissima del Cavaliere, che ambisce ad un ruolo da capolista. Sembra tramontare, invece, la candidatura di Flavio Briatore in Sardegna. L’imprenditore avrebbe preferito fare un passo indietro. In Liguria il capolista sarà Daniele Capezzone per il Senato e Sandro Biasotti alla Camera. In Calabria, oltre alla conferma di Jole Santelli dovrebbe trovare spazio Dorina Bianchi e Rosanna Scopelliti, figlia del magistrato ucciso. Il governatore Giuseppe Scopeliti resterà alla Regione, tenendo fede all’impegno preso in campagna elettorale. C’è poi il capitolo dei parlamentari in bilico. Rischiano, a causa del numero di legislature, due pezzi grossi come Osvaldo Napoli e Stefano Saglia. Ci sarà, invece, l’ex ministro Maurizio Sacconi. da corriere della sera.it