Il tuffo nella storia è arrivato subito dopo la conferenza quando il suono degli zoccoli e lo stridio dei carretti, colmi di uva appena vendemmiata, hanno fatto il loro ingresso all’interno della Piazza del Vino. Lì allestiti tre tini sui quali ha preso vita la danza del vino, con piedi e corpo, in armonia con i suoni del friscalettista siciliano Carmelo Salemi.
La degustazione di vini e dei prodotti locali, all’interno dello stesso Museo aperto al pubblico, hanno permesso al visitatore di immergersi in rievocazioni storiche che hanno fatto del vino di Pachino un’eccellenza agroalimentare della regione siciliana. È stato possibile quindi osservare parte della collezione etnografica inerente la coltivazione della vite e la produzione del vino pachinese che ad oggi consta di circa 400 pezzi tra attrezzi, macchine e carretti siciliani.
«Rivivere per un giorno le emozioni delle generazioni passate quando la pigiatura dell’uva era una vera e propria occasione di festa sociale, culmine ultimo dei faticosi momenti di lavoro nei campi, ha significato per molti pachinesi – suggerisce l’antropologo Giuseppe Garro – non solo aver fatto vedere una tradizione oramai lontana ai giovani ma anche aver fatto emergere ricordi festosi dei locali e soprattutto degli anziani».
Una serata ricca di fascino e di storia dove l’anima di Pachino è ritornata a splendere e profumare di mosto.
Da Siracusa News – Foto di Giuseppe Garro