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19 febbraio 2015Posted in: Cronaca
Dopo l’annuncio delle Ferrovie di tagliare i treni per la Sicilia che si fermeranno a Villa San Giovanni, ad eccezione di due notturni per Roma, ecco un’altra brutta notizia. Un’altra storia di tagli, di ridimensionamento dei servizi per i cittadini. Questa volta ci hanno pensato le Poste a fare infuriare gli abitanti dell’isola. Dal mese di marzo chiuderanno undici uffici per lo piu’ in zone periferiche e ricadenti in piccole frazioni. Tra i vari uffici che subiranno invece una riduzione degli orari di lavoro, quello di
Santa Flavia , che a partire da marzo osserverà settimana corta con tre giorni di apertura anziché sei. Bisogna vedere quali dei tre uffici tra Santa Flavia, Porticello e Sant’Elia saranno oggetto della restrizione. Il piano di chiusure e razionalizzazioni non piace ai sindacati. Cgil e Slc siciliane chiedono all’Anci un incontro finalizzato alla creazione di un “fronte comune che porti le Poste Italiana- dicono Mimma Argurio (Cgil) e Marcello Cardella (Slc)- a rivedere il piano. ” Anche perché la preoccupazione è che l’affermarsi di tale piano potrebbe avere risvolti negativi sul livello occupazionale. Nessun licenziamento in Sicilia per Poste Italiane che anzi da qui al 2020 avvierà 8000 assunzioni in tutt’Italia”. La rassicurazione arriva direttamente dall’amministratore delegato Francesco Caio, oggi a Palermo per la prima tappa del road show avviato per illustrare le strategie aziendali fino al 2020 in tutt’Italia. Un piano che poggia su tre assi: logistica, pagamenti e risparmio, mirando ad una proiezione sempre più tecnologica e innovativa di Poste Italiane e al taglio dei rami secchi. Le dichiarazioni dell’amministratore delegato di poste italiane non convincono Maurizio Rosso segretario generale della SLC-CGL Abbiamo a cuore le sorti delle Poste Italiane ma in un momento in cui la Sicilia attraversa una grave crisi economica non possiamo non pensare al livello occupazionale. Inoltre aggiunge lo stesso ci preoccupiamo del fatto che i servizi verranno così dimezzati andando a creare dei deficit nel territorio in particolare modo nelle zone periferiche della provincia di Palermo. Poste italiane in questo modo non potrà assicurare il presidio del territorio e senza un programma di riqualificazione del personale creando nuove figure professionali in grado di assicurare la svolta digitale dell’azienda a supporto anche delle imprese e delle nuove frontiere dell’e-commerce non ci sarà alcun sviluppo nella nostra terra. Sembra proprio che poste italiane non cerchi di radicarsi nel nostro territorio ma bensì abbia l’intenzione di abbandonarlo pian piano.
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