Dinanzi a una situazione simile non bisogna più recriminare, ma trovare una soluzione. Quale? Si chiederanno in molti. Questo compito spetterebbe alle forze politiche e sociali, oltre che alle autorità italiane ed europee, unite da un legame che sopratutto oggi appare solo cartaceo. Ai cittadini siciliani, che assistono increduli ed impotenti a questa disperazione e ai cadaveri che si porta dietro, non rimane altro che aspettare che i grandi decidano cosa fare. Una democrazia che di democratico ha ben poco, data l’estraneità e la lontananza che ogni cittadino sente dinanzi alla parola Stato. Per non parlare dell’Europa, che non riesce a trovare soluzioni alternative “all’intervento armato” o alle “braccia allargate”. Un modo come un altro che fa sì che i paesi europei si lavino le mani e girino la faccia, voltando le spalle a una dramma che vedrà l’Italia sempre più vittima.
Chissà quando gli Stati Uniti e l’Europa avranno un ripensamento su quello che hanno fatto in passato. Com’è noto, gran parte di queste situazioni sono state da loro favorite, se non del tutto create. Incauti interventi finalizzati solo ed esclusivamente agli interessi, e cellophanati come esportazioni di valori e democrazia nel mondo. Adesso il danno è fatto, e come successo in passato nulla è cambiato e altri barconi sono già in mare diretti verso la Sicilia. Ma la situazione non potrà durare ancora per molto. Bisogna scegliere: l’umanità si salva tutta o non si salva.
da Giornale L’Ora
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