Sigilli all’impero di uno dei presunti boss di Bagheria. I carabinieri hanno eseguito un sequestro da 8 milioni di euro nei confronti di Francesco Raspanti (47 anni) in esecuzione di un provvedimento emesso dalla Sezione Misure di prevenzione del Tribunale, su richiesta della Procura. La complessa attività investigativa, svolta attraverso minuziosi accertamenti patrimoniali su alcuni beni sospetti “ha consentito di individuare – spiegano dal Comando – un ingente patrimonio accumulato illecitamente in diversi anni di malaffare”.
Il provvedimento ha riguardato colui che viene considerato uno dei boss della cosca bagherese, coinvolto nell’operazione “Reset” agli inizi di giugno 2014. All’alba di quella mattina i militari diedero un duro colpo al mandamento mafioso, eseguendo l’arresto di trentuno tra capi e gregari. In quella operazione furono tratti in arresto Nicolò Greco,Giuseppe Di Fiore,Carlo Guttadauro,Francesco Pipia,Giorgio Provenzano, Giovanni Pietro Flamia, Salvatore Lo Piparo, Giovanni Di Salvo, Benito Morsicato, Nicolò Lipari, Francesco Pretesti, Francesco Raspanti, Francesco Speciale, Luigi Li Volsi, Francesco Terranova, Giovanni La Rosa, Fabio Messicati Vitale, Bartolomeo Militello, Giuseppe Comparetto, Ugo Atanasio Leonforte, Emanuele Cecala, Michele Modica ,Pietro Lo Coco, Andrea Lombardo, Leonardo Granà, Vincenzo Maccarrone, Carmelo Nasta ,Salvatore Paolo Ribaudo, Giovan Battista Rizzo, Giovanni Salvatore Romano, Salvatore Buglisi,
Il sequestro ha interessato anche una cospicua quota di partecipazione ad una società calcistica locale. Raspanti è considerato esponente di spicco della cosca “specializzata” nell’imposizione del pizzo alle attività commerciali.
Nel corso dell’operazione antimafia Francesco Raspanti era stato arrestato con l’accusa di estorsione aggravata. Secondo l’inchiesta, coordinata dall’aggiunto Dino Petralia sarebbe emerso che insieme al fratello, Raspanti imponeva alle aziende aggiudicatarie degli appalti pubblici a Palermo (lavori del passante ferroviario) e Bagheria (lavori per la realizzazione di una Chiesa e di un parcheggio pubblico), di rifornirsi di materiale edile nelle loro aziende.
Il provvedimento del Tribunale ha interessato i seguenti beni: l’intero capitale sociale e relativo complesso beni aziendali della “Centro edile s.r.l.” con sede in Bagheria (Pa), operante nel settore della vendita di materiale edile; quota pari al 45% del capitale sociale della “Societa’ Dilettantistica Bagheria Calcio s.r.l.” con sede in Bagheria (Pa); 2 ville a Trabia; 2 appartamenti a Santa Flavia; 3 appezzamenti di terreno a Lercara Friddi e Trabia; 28 rapporti bancari.
Fonte Palermo Today