Il pentito in bicicletta che non teme i boss ” Resto qui in Sicilia”(VIDEO)

Articolo di Salvo Palazzolo e Giorgio Ruta per Repubblica Palermo.

Ripete: “Sono i mafiosi che dovrebbero andarsene da questo paese, non io che ho rinnegato il mio passato”. E riprende a pedalare per il corso principale di Ficarazzi, il pentito Stefano Lo Verso lo conosce come le sue tasche, quindici anni fa ci portava Bernardo Provenzano per gli appuntamenti importanti. A quel tempo era l’autista del superlatitante, era la sua ombra, il suo confidente.

” Mi avevano scelto perchè ero un insospettabile imprenditore.” Ora, passeggia lentamente con la sua bicicletta nel cuore di Ficarazzi. ” Sono un uomo morto che cammina – sussurra – loso . La mafia non perdona. Potrebbero uccidermi in qualsiasi momento, perchè ormai dal 2011 sono un collaboratore di giustizia.Le mie dichiarazioni hanno fatto scattare arresti e processi, hanno spinto di recente 36 commercianti a denunciare il pizzo. Ho parlato anche di mafia e politica, e delle protezioni istituzionali di Provenzano. Quando i mafiosi vorranno mettere in atto la loro vendetta, sanno dove trovarmi. e così non se la prenderanno con i miei familiari.

L’uomo che passeggia lentamente con la sua bicicletta nel corso principale di questo paese alle porte di Palermo è il primo (e unico) pentito di mafia ad essere tornato nella sua città. Dice: Volevo continuare a stare accanto ai miei familiari che non mi avevano seguito nella località protetta”. E una notte di tre anni fa è tornato in Sicilia. Nei fatti, una rinuncia al programma speciale previsto per i collaboratori di giustizia. Perchè la legge prevede che i pentiti non possano restare nella propria terra.

E invece da tre anni, Stefano Lo Verso sta nella sua Sicilia. Va a deporre ai processi, accusa i mafiosi, svela omicidi,parla di aziende e patrimoni da confiscare. E poi ritorna a casa sua, ufficialmente non è più dentro il programma di protezione. Un altro paradosso dell’antimafia che la procura di Palermo chiede di sanare da tempo, per questo ha sollecitato la commissione speciale per i collaboratori di giustizia a concedere nuovamente il programma di protezione per Stefano Lo Verso.

Qualche settimana fa, è arrivata la risposta ufficiale dal Viminale. Se Lo Verso resta in Sicilia non ci può essere alcun programma di protezione. E lui continua ad andare in giro in bicicletta. Ogni tanto, una pattuglia dei Carabinieri fa dei giri attorno a casa sua. Qualche notte fa, da queste parti, è passata una colonna di auto blindate, ma non era per Lo Verso, stavano andando ad arrestare altri mafiosi dopo le denunce di 36 commercianti che per troppo tempo hanno pagato il pizzo. ” La mafia conta ancora molto in questa parte di Sicilia – dice lui – anche qui Matteo Messina Denaro gode di buone protezioni. Ma io resto , tanta gente mi ha manifestato la sua solidarietà“.

Meglio morire da pentito che da mafioso. La mia scelta l’ho fatta. E non ho più l’angoscia della morte, mi sento un uomo libero. Questo vorrei che il ministro dell’Interno Alfano comprendesse. Un collaboratore di giustizia che vive nella sua terra può essere l’antidoto contro la mafia.”

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