Perché Ficarazzi ha detto no al nucleare!

Il 12-13 giugno 2011 Ficarazzi è corsa alle urne per esprimere il suo assenso o il suo dissenso in merito alle quattro questioni del referendum nazionale: privatizzazione dell’acqua, affidamento di servizi pubblici ad enti economici privati, insediamento di centrali nucleari sul territorio nazionale, legittimo impedimento del Presidente del Consiglio dei Ministri e dei Ministri a comparire in udienza penale.

La vittoria del SI è stata schiacciante su tutti i punti. Circa il 95% della popolazione ficarazzese che si è recata alle urne ha espresso il suo totale e perentorio dissenso ad ogni approvazione dei provvedimenti.

Il risultato è un dogma. Ficarazzi non accetta nessuna privatizzazione, nessun privilegio giudiziario e nessuna centrale nucleare. Quest’ultima questione è, delle quattro, sicuramente  la più discussa.

Il governo nazionale aveva già una volta, nel 1987, richiesto ai cittadini un voto sulla questione nucleare, e poiché la sfiducia della popolazione fu anche lì netta, la Corte Costituzionale si è oggi pronunciata disponibile alla ridiscussione del decreto, mostrandosi particolarmente favorevole all’abrogazione di esso.

Il nostro sventurato governo nel suo decreto per le “Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria” ha previsto infatti l’introduzione di impianti nucleari di terza generazione sul territorio nazionale, continuando, dunque, a combattere indefesso per ottenere il consenso dal popolo ad alzare queste necessarie Centrali Termonucleari (o atomiche).  Il popolo, invece,  continua a negare, dissennato, la ratifica del decreto.

Questa discrepanza di pensiero tra politici e cittadini è davvero linda e notevole! 

La centrale, comunemente chiamata nucleare, sfrutta il più delle volte il processo di fissione nucleare, una reazione che interessa un atomo “pesante” come l’uranio e il plutonio (che è anche il principio base per la realizzazione della bomba atomica). Questo processo porta alla produzione di energia dai 50-100 MW di oggi, che brucia moltissima quantità di combustibile, a 1000 MW utilizzando poche tonnellate di uranio.

In questo il governo ha individuato il vantaggio.

I cittadini invece pensano soltanto alle conseguenze, non ai vantaggi ricavati ai fini di un solo efficace e vigoroso presente. Immaginano che l’arco di vita di una centrale di questo tipo sia relativamente breve e che sia impossibile disfarsi in maniera definitiva di esse e delle sue scorie; immaginano che questi siti ad elevato contenuto radioattivo debbano essere costantemente controllati per fuggire disastri ambientali dovuti alle fuoriuscite di materiali; immaginano che si potrebbero creare le alternative, come delle Centrali Idroelettriche, Fotovoltaiche, Eoliche, a Biomassa; immaginano che il rilancio delle centrali nucleari in Italia sia dovuto ai soldi, per via del fatto che la nazione ha venduto il debito pubblico alla Francia, la quale adesso, imporrebbe la costruzione di 5 centrali nucleari in cambio del pagamento di 511 miliardi di euro del nostro debito; immagina che l’italiano sia incompetente nell’informare a tempo adeguato i cittadini di una eventuale evacuazione in caso di danni alla centrale, poiché ha diligentemente osservato quella dell’Aquila; immaginano che Chernobyl e Fukushima facciano da monito a qualsiasi paese che abbia in casa questi colossi di fissioni nucleari, pronosticando morti ancora da avvenire. Ma che stolti e visionari questi cittadini!  

Giusy Buttitta (controcorrente mese di giugno 2011)



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