La candidatura di Fabrizio Micari, in Sicilia, non è più solida come qualche giorno fa. Alla discesa in campo del rettore di Palermo, annunciata con una conferenza stampa lunedì, hanno fatto seguito nelle ultime ore due grane che rendono più complicati i giochi nel centrosinistra siciliano. Sia nel Pd che in Alternativa popolare crescono i malumori sul percorso seguito, che si traducono in una richiesta di primarie.
L’ha fatta esplicitamente il governatore uscente Rosario Crocetta, che parla di “suicidio politico” del Pd e rimane in campo con una sua candidatura, e Crocetta non è solo: lui interpreta il malessere di una parte del Pd siciliano (specie l’area che fa capo al potente assessore all’Agricoltura Antonello Cracolici) che non vede di buon occhio l’asse fra i vertici del partito, Leoluca Orlando, e il movimento dell’ex ministro Salvatore Cardinale. E stamattina anche il presidente della commissione Bilancio della Camera Francesco Boccia dice che “è sbagliato non fare le primarie. C’è un rischio debacle in Sicilia”.
Acque agitate, insomma. Anche per le divisioni interne del movimento di Angelino Alfano. Il ministro ha riunito i suoi ieri a Palermo e ha dovuto prendere atto delle perplessità di molti davanti alla candidatura di Micari, definita debole. L’eurodeputato Giovanni La Via, nominato coordinatore della campagna elettorale di Ap, invoca pure lui i gazebo