L’idea imprenditoriale, unica nel suo genere, almeno a Bagheria e dintorni, è di un docente bagherese, dott. Luigi Rizzo, laureato Economia e Commercio e una tesi in commercializzazione degli agrumi. Relatore anche presso il Liceo Classico “F. Scaduto” di Bagheria sul tema “Il contadino nel contesto socio-economico del mediterraneo” , ha preso parte pure al convegno: “L’agricoltura nel comprensorio di Bagheria: Riconversione possibile”, svoltosi a Bagheria nel 2005 presso l’Istituto Sperimentale per la Floricoltura. Oggi è anche animatore di due gruppi sul social network facebook, che hanno come tematica l’agricoltura bagherese.
Da dove nasce la sua passione per il settore agricolo e floravivaismo?
La mia non è una passione per il settore agricolo ma amore verso le piante, amore che mi è stato trasmesso da mio padre, contadino e figlio di contadino, lavorando fianco a fianco per 30 anni e dialogando sul fabbisogno delle piante. Mio padre proveniva dalla scuola di Rimunna “ ru Zu Ciccu Miniu” , la “rimunna” è un arte che si apprende con diversi anni di tirocinio sul campo e i miei 30 anni trascorsi al suo fianco mi hanno permesso di raggiungere le competenze che oggi mi ritrovo. Mio nonno era un esperto nella coltivazione del vigneto, mio padre era un esperto sia nella coltivazione del vigneto, del limoneto , dell’ uliveto, dell’orto: le operazioni colturali che prima venivano fatte senza l’ausilio dei mezzi meccanici offrivano più tempo al dialogo; oggi mi potrei definire un “ Professore di campagna”. A tal proposito, ricordo un aneddoto della mia vita: mio padre mi ha lasciato un testamento, nove mesi prima della sua dipartita; una giornata di gennaio andammo a potare un uliveto ad Altavilla Milicia e in 4 ore potò 16 alberi di ulivo , buttando a terra 2000 Kg di legna . Mi disse che Lui non aveva avuto la stessa fortuna del suo capo- mastro perché non aveva potuto trasmettere l’arte della potatura a nessuno; io replicai dicendo che avevo imparato l’arte della potatura da lui, che mi rispose : tu sei Prufissuri ri scuola non Prufissuri ri campagna. Intesi quelle parole come testamento e cioè quello di insegnare al maggior numero di persone l’arte della Rimunna.
Lei ha prodotto in autonomia alcune piantine di capperi in vaso, che è una novità assoluta nel settore. Ce ne parli…
L’amore verso le piante e la mia preparazione professionale legata alla nascita di imprese mi ha portato ad effettuare una ricerca su alcune piante che potrebbero dare un reddito soddisfacente agli agricoltori bagheresi. Parlando con un collaboratore scolastico, che ha lavorato in passato in qualità di giardiniere, mi ha confidato che non era riuscito a moltiplicare una pianta di capperi. Ricordando una tecnica che utilizzava mio padre per la moltiplicazione di piante difficili nella germinazione, procedo ed ottengo un successo insperato, con una percentuale pari al 90%.
Per conoscere il prezzo di mercato delle piante di capperi in vaso mando una e-mail ad una azienda vivaistica specializzata nella produzione di capperi in vaso e la risposta è stata: “Gentile Cliente,
purtroppo per questa stagione non disponiamo di capperi, perchè la produzione, a causa di pessima germinabilità, è andata a male; quindi, se ancora desidera acquistarli ci contatti a ottobre/2013.
Quali sono le prospettive in questo campo?
Dalla risposta ricevuta dal vivaista non rimane altro che rimboccarsi le mani ed iniziare a produrre piante di capperi in vaso, organizzando la creazione di imprese florovivaistiche specializzate nella produzione di capperi in vaso con una impostazione di imprenditore agricolo e non più contadino; imprenditore capace di trovare le risorse finanziarie, organizzare i mezzi di produzione e trovare i mercati di sbocco.
E’ già entrato in contatto con aziende commerciali?
Sì, ho contattato una azienda che mi fornirà i vasi, il prezzo all’ingrosso dei vasi è 1/10 del prezzo praticato dai fornitori locali e una ditta locale mi ha assicurato che comprerà tutte le piante di capperi prodotte.
Il nostro territorio (Bagheria) dovrebbe essenzialmente vivere di coltivazione agrumicola, ma molto è cambiato rispetto al passato. Cosa andrebbe fatto per riportare Bagheria agli antichi splendori?
La nascita di un consorzio florovivaistico bagherese, già ipotizzato in una simulata di impresa, consentirebbe agli agricoltori di specializzarsi in singole produzioni, acquistando dal consorzio le materie prime e risparmiando sul costo unitario. Se mi presento nel mercato per acquistare un vaso è ben diverso di presentarsi nel mercato per acquistare milioni di vasi; il Consorzio avrebbe il compito anche della vendita delle diverse specie di piante ed in particolare con la produzione di piante mediterranee molto richieste dal mercato Tedesco. In sintesi si passerebbe dal limone frutto al limone in vaso.
Lei ha lavorato a numerosi progetti scolastici con l’idea anche di inculcare ai giovani interesse per un mestiere forse sottovalutato come l’agricoltore o il produttore agricolo.
Ho cercato più volte nella programmazione del Dipartimento di Economia Aziendale di fare inserire la trattazione delle imprese agricole,ma sono stato messo in minoranza;solo quest’anno sembra che con l’invenzione dell’Unità di apprendimento riuscirò ad inserire in un Consiglio di Classe lo studio delle imprese agricole che fino ad adesso non sono state trattate, preferendo la trattazione delle imprese industriali, malgrado la vocazione del nostro territorio sia agricola.
Cosa suggerirebbe a chi vuol fare un investimento nel settore
Il futuro economico di Bagheria è legato alla Cultura d’impresa: da diversi anni mi occupo di cultura d’impresa e un suggerimento che si può dare è quello di favorire ciò che il nostro territorio offre, considerandoli fattori strategici: clima favorevole allo sviluppo delle piante, i terreni a disposizione di tanti bagheresi, la presenza del CRA nel nostro territorio.
Il consiglio è diventare imprenditori e non più contadini.
Articolo di Viviana Lamesta per bagheria bagheriachannel.it