“Da qui nascono tutti i problemi – spiega il preside dell’istituto di via Giafar, Melchiorre Terranova (nella foto con quello che resta delle aule) – infatti dopo il fermo dei lavori, la struttura è stata presa d’assalto, prima dai vandali e dai ladri che hanno portato via tutto, dai tubi di rame, ai fili elettrici. Poi l’edificio è stato occupato da diverse famiglie di sfrattati dal 2008 al 2009″. Ai tempi di Cammarata si fece un nuovo progetto, che riguardava il ripristino di sei aule su dodici: si trattava di un appalto di circa 900 mila euro. Il progetto venne approvato dal Comune nel marzo del 2011, mentre nel dicembre dello stesso anno fu pubblicato il bando per i lavori.
“I termini della gara d’appalto sono scaduti nella primavera del 2012 – continua Terranova – i lavori sono poi stati appaltati a novembre alla ditta Lo Grasso di Terrasini, ma non sono mai iniziati. Successivamente, nel marzo di quest’anno i funzionari comunali hanno fatto un sopralluogo dell’edificio e hanno notato l’assenza di porte e finestre, rubate nel corso degli anni. Io stesso avevo scritto al Prefetto per chiedere una sorveglianza del plesso da parte della Digos, ma è stato tutto un buco nell’acqua. Ogni volta che venivo a sapere di qualche furto, facevo una denuncia alla Polizia e nel frattempo siamo stati lasciati soli da tutti”.
Perché non sono mai partiti questi benedetti lavori? “Nel nuovo progetto non erano stati inseriti i fondi, quei soldi indispensabili per l’acquisto di porte e finestre che erano state rubate negli anni”, spiega sempre il preside. Adesso, forse, pare che ci sia uno spiraglio di luce per questa incredibile storia. L’assessore comunale all’Edilizia scolastica, Agata Bazzi, vuole rifare il progetto e la gara d’appalto dei lavori per le sei aule scolastiche, con un’integrazione di circa 80 mila euro. “Mi auguro che tutto ritorni come un tempo, il prima possibile – conclude il preside Terranova – soprattutto per dare un taglio ai mille disagi che ogni giorno devono affrontare i bambini della scuola che sono stati trasferiti al primo piano di un palazzo”.
Tratto da ilsitodipalermo.it (di alessandro marsala con la foto di igor petyx)