La gestione dell’acqua per i 42 comuni della provincia di Palermo passa dall’Aps all’Amap. È il risultato dell’assemblea dei sindaci che si è tenuta alla Provincia con il Commissario, la Regione con l’Assessore Vania Contraffatto, il Comune di Palermo e i sindaci dei 42 Comuni della provoncia dei quali, però, solo 26 hanno partecipato e aderito sottoscrivendo le quote di adesione ad Amap. Quindi, il nuovo gestore unico sarà Amap. Era un esito scontato e si spera finalmente virtuoso.I 26 Comuni che non hanno voluto indietro le reti idriche per la gestione sono, Balestrate, Blufi, Bolognetta, Bonpietro, Campofelice di Roccella, Camporeale, Casteldaccia, Cerda, Chiusa Sclafani, Ficarazzi, Godrano, Isola delle Femmine, Lascari, Marineo, Misilmeri, Montelepre, Montemaggiore Belsito, Partinico, Piana degli Albanesi, San Mauro Castelverde, Santa Cristina Gela, San Cipirello, San Giuseppe Jato, Santa Flavia, Sciara e Torretta.Gli altri hanno da tempo scelto di fare da soli e gestire in proprio gli acquedotti ma anche loro, secondo le prescrizioni normative, dovranno poi confluire nel gestore unico. I 26 Comuni sottoporranno la delibera di adesione alla votazione dei rispettivi consigli comunali. Si dovrebbe, quindi, avviare a soluzione la liquidazione dell’Aps, società di gestione fallita da tempo e il salvataggio dei 200 impiegati.L’impianto della legge che disciplina la gestione delle acque non cambia. È l’intero ciclo che sarà gestito da Amap, dalla fornitura e l’approvvigionamento dell’acqua potabile, con la gestione delle reti e degli acquedotti, fino allo smaltimento attraverso le reti fognarie e i depuratori.L’apprezzamento per la soluzione, quasi obbligata per la verità già dieci anni fa, quando ci fu uno scontro politico tra la Provincia di Musotto e il Comune di Palermo con a capo Cammarata, è di molti che hanno giudicato la scelta in linea con il referendum, che ha ribadito la gestione pubblica dell’Acqua. In questo senso si esprime Paolo Caracausi, consigliere comunale di IDV, il quale scrive di guardare con favore l’affidamento del servizio a una azienda pubblica come l’Amap. “Ribadiamo che l’acqua, in quanto bene pubblico – conclude Caracausi – non può e non deve essere gestito da privati. Che ognuno adesso faccia la sua parte, in particolare la Regione che da un lato deve mettere a disposizione le risorse necessarie affinché il sevizio sia efficiente e dall’altro non deve scaricare le responsabilità e i costi sui comuni, e in particolare sull’Amap e sul comune di Palermo”.
La Redazione
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