«Lo Stato mi ha aiutato a realizzare il mio sogno. Poi me l’ha distrutto». È tutta in questo amaro paradosso la storia di Emanuela Alaimo, ex assessore comunale al Bilancio, in passato vittima di usura, che da oltre un anno combatte la sua battaglia per riavere il Bar del Bivio, dal 1954 punto di incontro per gli abitanti di Acqua dei Corsari. Un locale che ne ha viste di tutte i colori: prima affittato a un imprenditore per una serie di beghe familiari, poi sequestrato dai carabinieri e affidato a un amministratore giudiziario, infine chiuso e devastato dai vandali. «Ma io lo rivoglio, chi di competenza me lo deve ridare. Non voglio sentir parlare di altri amministratori giudiziari».
È per questo che stamattina la proprietaria, insieme ai suoi legali, parteciperà al flash mob per chiedere la riapertura del Bar del Bivio, che prende il nome dalla biforcazione tra la strada per Ficarazzi e quella per Villabate, dopo Romagnolo e la Bandita. «Questo bar è sempre stato della mia famiglia – racconta la signora Alaimo -. Purtroppo ha una storia travagliata. Anni fa l’attività venne dichiarata fallita per un mero errore, tanto che dopo sei mesi venne per così dire riabilitata, e fu così che mi rivolsi a un usuraio per salvare il locale di mia madre. Dopo la sua morte, inizialmente lo gestimmo tutti insieme. Poi però, a causa di un problema familiare, iniziai a occuparmene in prima persona».
Articolo di Gaspare Ingargiola per la redazione di meridionews