di Angelo Gargano x Bagheria News
Sta facendo un certo scalpore la dichiarazione del sindaco di BagheriaPatrizio Cinque riportata da Il Fatto Quotidiano: “Nel pieno della sua quarantennale latitanza il boss di cosa nostra, Bernardo Provenzano, si sarebbe nascosto anche in un alloggio del comune, “senza che l’amministrazione se ne accorgesse o, magari, volesse rendersene conto”.
E’ probabile che l’affermazione del sindaco abbia origine da una delle dichiarazioni già rese dal pentito Sergio Flamia che ebbe ad ammettere, come riportato nei verbali dei suoi interrogatori, che gli era accaduto di incontrarsi con il boss Provenzano presso la casa della madre a Bagheria in via Roccaforte.
In effetti in via Roccaforte, edificate nel periodo fascista, c’erano, ma ormai non sono più riconoscibili, le cosiddette case rosse, un piccolo complesso di abitazioni popolari, in una parte del quale per un certo periodo all’inizio degli anni ’50 venne ospitato anche un Ufficio comunale, l’Anagrafe degli animali, e dove in effetti abitavano anche le famiglie dei Flamia.
E’ possibile quindi che l’affermazione di Patrizio Cinque nasca da questa rivelazione del Flamia; in ogni caso però negli anni ’80 le case erano state ormai riscattate dagli occupanti e niente avevano a che fare con il patrimonio comunale, e l’Ufficio anagrafe animali era stato abolito.
Fonte Articolo Bagheria News