E’ stata una mattinata piena di voglia di condivisione e di riscatto quella che oggi ha sancito la riapertura del Bar del Bivio, anche se non proprio da questo fine settimana, in attesa di farlo decollare e riprendere il corso interrotto a causa di vicissitudini non dipendenti dalla volontà dei suoi proprietari.
Al grido “Riapre il Bar del Bivio”, in tanti si sono incontrati davanti allo storico esercizio commerciale di Acqua dei Corsari, per farvi ingresso – cittadini, insieme a rappresentanti di istituzioni e associazioni – e valutare insieme le condizioni in cui è stato riconsegnato alla famiglia di Emanuela Alaimo. Che finalmente, dopo avere combattuto per 30 anni – 10 dei quali contro l’usuraio e altri 20 contro il Tribunale – riprende finalmente possesso del Bar, essendo riuscita a sfrattare il curatore dell’immobile, l’avvocato Carlo Di Rosa. A questi, viene affidato nel 2014 dopo averlo sequestrato quattro anni prima a Marco Arena, perché ritenuto dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Palermo nella disponibilità economica del padre, Salvatore Arena, imprenditore sembra vicino ai boss del clan di Villabate. Di Rosa chiuderà l’attività a dicembre dello stesso 2014 per incapacità a gestirlo.
Solo dopo vari tira e molla, poche settimane fa ecco finalmente la riconsegna del bar alla famiglia di Emanuela Alaimo.
«Quando seguiamo e assistiamo imprenditori caduti nelle mani degli usurai – commenta Rosanna Montalto, vicepresidente di Confcommercio Palermo – e vediamo che lo Stato stesso impedisce loro di ripartire, è un fallimento per tutti, società, imprenditori e Stato stesso».
Tratto da http://www.antimafiaduemila.com/