Questa mattina alle ore 11 è stata inaugurata e aperta al pubblico la “Casa di Giuseppe Francese” (via Sant’Isidoro Monte, 42/A), che diventa un centro giovanile di aggregazione e di documentazione sui giornalisti uccisi dalla mafia. Giuseppe era il più piccolo dei figli di Mario Francese, si tolse la vita il 3 Settembre del 2002, a 36 anni, segnato dalla vicenda del padre. La sua casa venne affidata dalla famiglia alla comunità parrocchiale di San Giovanni Bosco, per attività sociali rivolte ai ragazzi.
Grazie a questo atto di generosità, oggi la “Casa di Giuseppe” diventa un centro di aggregazione per i giovani, uno spazio di incontro e di confronto ma, soprattutto, un centro di documentazione sui giornalisti uccisi dalla mafia. Un momento importante che vedrà la partecipazione di Giulio Francese (giornalista, figlio e fratello di Mario e Giuseppe); di Riccardo Arena (Presidente dell’Ordine dei Giornalisti di Sicilia); di padre Francesco Stabile (storico della Chiesa); e di don Francesco Galioto (parroco della chiesa di San Giovanni Bosco). Saranno presenti le associazioni che hanno dato vita a questo centro di aggregazione. Da oggi chi vorrà avviare una ricerca approfondita sui giornalisti uccisi dalla mafia avrà a disposizione una casa, la “casa di Giuseppe”.
L’appartamento, infatti, da tempo affidato dalla famiglia di Mario e Giuseppe Francese, alla parrocchia San Giovanni Bosco. Mario, giornalista, venne ucciso dalla mafia e Giuseppe si è suicidato a 36 anni dopo avere svolto approfondite ricerche sulla morte del padre. Il centro sorge in via San Isidoro Monte, al secondo piano. Sarà gestito, ogni giorno, dalle 15 alle 19,30, dal lunedì al venerdì, dai ragazzi delle associazioni “Parru cu tia”, “A testa alta” e “Tre P”.
L’inaugurazione è avvenuta oggi alla presenza di numerosi ospiti fra cui Giulio Francese, figlio di Mario, il giornalista Filippo Mulè, don Francesco Galioto e don Francesco Stabile. Ha moderato il consigliere comunale Emanuele Tornatore. Presenti anche il sindaco Patrizio Cinque e alcuni studenti della scuola Tommaso Aiello. Alle pareti campeggiano dei pannelli che raccontano la storia di alcuni dei giornalisti uccisi dalla mafia: Cosimo Di Cristina. Mauro de Mauro, Giovanni Spampinato, Pippo Fava, Peppino Impastato, Mauro Rostagno, Giancarlo Siani, Beppe Alfano e Mario Francese. (Fonte La Voce di Bagheria)