Domenica pomeriggio a Bagheria allo Stadio Comunale eravamo in pochi, i “parenti ra zita”, ad assistere a una partita del calcio “moderno” di Terza Categoria giocata su un campo di calcio con l’erba finta, plastica e pallone che scivola via come una saponetta appena la sfiori; tribune vuote, calcinacci ovunque, il tetto “cripiato”, è pericolante dicono, da sempre direi e poi loro, gli “attori” giovani di belle promesse spezzate appena all’alba.
Movenze da “grandi”, atteggiamenti copiati dai “divi”, chi azzarda qualche finta, chi guizza come un’anguilla, chi spazza la sfera oltre i palazzi, si corre a fase alterne, pause e calcio interrotto, barbe alla talebana, capelli all’Umberto, tatuati, tutti forzati del calcio che hanno sognato come speranza per volare via altrove, al Nord, dove c’è il calcio con la “C” maiuscola, ma le ali si sono troppo presto e allora eccoli a girovagare per campi periferici in mattine domenicali ancora dormienti, stonati da movide notturne e spritz, in pub a fare le ore piccole, ma i sogni arrivano anche con il vivere sereno insieme all’amore, alla famiglia, al lavoro, e magari il calcio diventa puro, passatempo, come in terza categoria, come i nostri ragazzi che insieme ad un Presidente eccentrico e simpatico hanno risvegliato una passione spenta da troppo tempo, peccato che sono rimasti una pattuglia sparuta, isolata che ha lottato fino alla fine senza una “casa”, senza calore, meritavano forse di più per come hanno “giocato” in questa avventura, dal portiere Stabile, strampalato ma coraggioso e bravo, al terzino ficarazzoto doc Giacomino Comparetto, che mi ha ricordato il primo “Enzo Pedone”, gli altri li ho visto solo giocare, non li conosco, ottimi ragazzi come Caruso e Centorbe, o Lisciando e Sardina, non sono “locali” eccetto i figli d’arte Lo Cascio e Celicola, giovani cresciuti tra Villabate e Bagheria sotto la guida di quell’ottimo tecnico che è Giuseppe Cacciatore, un agnello in mezzo ai leoni di una categoria che ha sempre rappresentato l’arena del calcio degli ultimi, ma il Ficarazzi con il Presidente Fabrizio Lo Giudice, insieme al suo staff anch’esso stravagante deve continuare su questa strada per riportare il calcio in un paese che non ha mai avuto un campo ma che ha avuto sempre buone squadre con ottimi giocatori, e che non siano lasciati soli o che fanno comparsate sporadiche, per il calcio per lo sport ci vuole passione, continuità, presenza e tanto amore, forza ragazzi, bravi avete vinto lo stesso!!!